top of page
IMG-20210727-WA0081.jpg
Lucia Pecchia in arte Vesper
LA STORIA

Ciao mi chiamo Lucia Pecchia e ho 40 anni.


La mia vita è stata discretamente complessa.


Ho fatto il liceo e poi studiato Lettere e Filosofia a Milano, dove sono nata.
Mi sarebbe piaciuto fare la giornalista turistica per Riviste come DOVE e Plein Air.
I miei genitori sono stati tra i primi camperisti al mondo credo ( ride ) prima che venissero a mancare quando era ancora abbastanza giovane, per cui essendo una famiglia modesta dovetti lavorare molto presto.
Feci un po' di tutto:  dalla cassiera al Carrefour nel weekend durante  il periodo in cui studiavo all’università, alla cameriera in ristoranti, nei bar durante l'estate, le pulizie etc  ….insomma  qualsiasi cosa per poter studiare e mantenermi ovviamente .


Ho sempre amato viaggiare ma fare giornalismo turistico allora era molto costoso.
 Si richiedevano finanziamenti e tutti i giornalisti lavoravano come freelance, io non potevo permettermelo.

Per poter viaggiare ho iniziato a fare l’assistente turistica .
Ho fatto carriera e sono stata 7 anni lontana dall’Italia fino al 2009,  perché in dolce attesa di due  gemellini .
Nel 2011 sono stata scelta con pochissimi altri per creare in Italia City Deal, oggi Groupon, e economicamente ho iniziato a stare meglio .
Prima ho sempre dovuto lavorare per mantenere me e i bambini .
Abbiamo passato  periodi molto difficili perché non sempre sono riuscita a garantirmi un lavoro che potesse mantenerli, e ero sola.
 C’è stato un periodo in cui non ho potuto vederli, anche se piccolissimi, per un anno intero.
Lavoravo per poterli vedere una volta ogni tre mesi .

Il canto ( ride ) .
Il canto è sempre stata la mia passione. Ho studiato “under the shower” cioè “ sotto la doccia “ cioè non ho studiato, ma mi è sempre piaciuto.
Cantare mi liberava.


Cantavo sempre anche da piccola, quando sapevo che i miei non ci sarebbero stati a casa per lavoro tutto il pomeriggio,  e facevo tutte le smorfie allo specchio da grande star  .
Tuttavia,  quando mi capitava di cantare davanti altre persone, cosa che praticamente non facevo per la vergogna ,ecco…  non mi sembrava  che apprezzassero particolarmente, o meglio, nessuno mi diceva “ wow che bella voce “ per cui sono stata convinta di non saper cantare tutta la vita, praticamente .

Per questo insomma è rimasta una passione mia.
Poi le responsabilità, il lavoro che iniziava a farci stare bene economicamente, la rincorsa a cercare di avere sempre di più, forse anche dovuta al passato, l’elenco di balle insomma che usiamo tutti per paura di quello che non conosciamo, ha lasciato il canto solo un sogno nel cassetto a cui nemmeno io avevo mai forse realmente creduto.


Questo è stato finché un anno e  mezzo fa non sono stata male perchè mi si gonfiava sempre l'occhio destro.
Visto che tutta la mia famiglia era mancata per tumore e che la TAC aveva diagnosticato  che avevo due polipi  proprio sull’osso sotto l’occhio destro, decisi di toglierli immediatamente e privatamente ( o avrei dovuto aspettare  circa due anni ) in una delle cliniche più famose in centro a Milano .

Ad oggi io non so cosa sia successo durante quell'intervento .



Doveva essere  un intervento semplicissimo, di 30 minuti, ma durò tre ore.
Lo fece uno dei più importanti Otorini di Milano .
Uscita dalla clinica stavo sempre peggio.
L’occhio era gonfissimo, chi mi aveva operato era sparito, nessuno mi voleva operare per non mettersi contro il Dottore considerato uno dei migliori.
Facevo fatica anche a  respirare .
Il mio medico di base richiese una nuova TAC per capire cosa stava accadendo .
Non  avevo più organi nella parte destra del viso .
Durante l'intervento non mi aveva tolto i due polipi ma  tutta la parte destra del viso: turbinati, seni  paranasali,  setto nasale,  la ghiandola lacrimale e soprattutto la parete orbitale dove  poggiava l'occhio destro .
A distanza di 6 mesi sono riuscita a trovare due Angeli, non Dottori,  che hanno accettato di curarmi, a Modena, lontano dall’Impero del Primario e che mi hanno salvato la vita.



Ad oggi ho fatto all'incirca sei interventi della durata tra le 4 e le 7 ore l'uno .
Hanno cercato di ricostruirmi tutta la parte destra del volto ma nel frattanto mi hanno dovuto bucare il palato e lìocchio destro è diventato cieco  .
A marzo ho visto veramente la mia morte in faccia.
Non avendo più niente nella parte destra del volto era molto facile, anche solo respirando il fumo di sigaretta di un altra persona, andare in ascesso cerebrale e conseguente meningite .
Inoltre le tante anestesie totali una vicino all'altra erano rischiose e impattanti sul fisico. 

E’ stato allora che è scattato qualcosa in me che mi ha fatto rendere conto che tutto quello che stavo facendo, che tutta  la mia vita era sbagliata.
Che tutto quello che stavo facendo  non mi piaceva .
Che non ero felice e che se la vita non era così lunga come avevo sempre “non pensato” dandolo per scontato… beh .. allora dovevo darmi una mossa e cambiarla .
Mi sono resa conto  che quello che mi interessava veramente era cantare anche perché in quel momento in quel momento per cercare di salvare alcune ossa avevano dovuto bucarmi il palato.
Non avendo ancora nessun tipo di protesi, mi avevano tolto anche la possibilità di parlare .
Non potevo parlare, non potevo mangiare non potevo bere soprattutto non potevo cantare.



Ho capito che cantare non era per me una passione ma un’esigenza.
Sono una persona molto aperta o almeno lo sembro ma non parlo di me mai a nessuno in maniera profonda .
Nessuno sa molto di me.
Cantare era il mio modo per esprimere le mie sensazioni o quello che volevo e non riuscivo a comunicare. Togliermi il canto, anche se solo sotto la doccia, era come togliermi l’anima e questo no, non l’avrei accettato.
Una sera mandai una fantastica e educatissima mail (ride ) al classico indirizzo demo@
La rabbia non era nei loro confronti ma nei miei che non avevo mai provato nulla prima, ma da come scrivevo ecco non risultava esattamente così ( ride ) .
Mandai qualche audio di  canzoni che avevo  registrato a casa mia, prima chiaramente della malattia, con il microfono… sapete quello fucsia cinese con la cassa integrata sotto il microfono? Ecco, il top. ( ride )
David mi richiamò subito .
Mi feci fare il primo otturatore.
Non parlavo ma cantavo . Eccome se cantavo. Come non avevo mai fatto .
E’ iniziata così l'avventura che ci ha portato oggi a questo progetto in incredibile: The Show Must Go On.

All’inizio era prevista per me, come per tutti i principianti, una canzoncina stile “sole cuore amore” .
Provando anche delle cover nel frattanto , cantai The Show Must Go On.
La facevo meglio di qualsiasi altra canzone.
Anche se era di un uomo, di un genio, di un cantante  incredibile imparagonabile impareggiabile.
Emotivamente  rispecchiava quello che quello che pensavo che avrei dovuto  fare io.



Freddie Mercury non l'ha mai interpretata, la scritta Brian May per lui,  sentimentalmente lo ringraziava per quanto si stava sforzando nell’ ultimo periodo della sua vita comunque a cantare a partecipare alla vita dei Queen nonostante la sua fine vicina.

Quella però in quel momento era la mia  storia.

Perché nonostante io tutt'oggi non possa andare fuori a mangiare o fare una colazione di gruppo perché tutto quello che bevo e che mangio mi esce dal naso, nonostante faccia più o meno fatica a  parlare  e abbia sei otturatori per qualsiasi cosa,  il mio spettacolo doveva continuare e anzi. forse doveva iniziare di nuovo .
Mi ero resa conto di chi ero, di cosa volevo veramente.
Non mi sono mai dedicata al canto in maniera professionale in nessun modo.



Quello che a me interessava e ho detto subito anche al mio produttore, è che l'unica cosa che mi faceva stare bene era cantare, per cui avrei cantato davanti a quattro anzianotti finiti con il loro Jack Daniel’s al bar ( che entrano in 5 e escono in 4 se qualcuno bara a briscola dopo aver scomodato di imprecazioni tutto il paradiso conosciuto )  come davanti a migliaia di persone che lui lo volesse o no . 
E’ solo così che comunico e arrivo alle persone.
Vorrei dire a tutti che si può   reagire.
Non è facile ma si può reagire .
Non da soli ma si può reagire .
Si può reagire e rendersi conto che anche se non succede niente la vita è una e va vissuta facendo quello che ci piace anche se all'inizio sembra difficile, impossibile.
Anche se il conto economico di fine mese non ce lo permette.
Non deve essere subito.
Non deve essere per forza tramite una cosa prestabilita.
Ma se uno lotta, combatte,  arriverà .
Arriverà quello che potrà aiutarlo a realizzare i propri sogni .
La sofferenza è qualcosa che capita tutti nella vita.
Ma non è la vita.
Non si deve smettere si provare, mai .
Perché un giorno può essere quel giorno e la paura non ti aiuterà quando ripenserai che hai scelto la cosa più facile e sicura, che con la paura ti sei difeso da possibili delusioni  .
Non riuscirai a convincerti fino in fondo che non valeva la pena provare.
Lo sai anche ora…..e io lo ripeterò, a tutti, per sempre .

 

bottom of page