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Il rimando al celebre romanzo di Wallace è una conseguenza inevitabile se si fa un'osservazione oggettiva e realistica di una società sempre più schiava dell'apparire, dei mezzi di informazione e dei fili invisibili manovrati dal santo capitalismo della sorveglianza.

 

"Infinite Jest" è anche il titolo del primo inedito del progetto N.o.D.o.
Progetto che nasce in Abruzzo dall'incontro tra 
Matteo Dossena e Paolo Tocco con l'intento di mescolare la canzone d'autore alla psichedelia dalle smaccate radici anni '90. Un primo singolo che affronta il tema dell'alienazione sociale: una critica aspra e poetica allo stesso tempo, dentro cui è un'allegorico Dio che si rivolge al piccolo uomo inchiodato alle responsabilità come nel famoso saggio di Wilhelm Reich.

Il suono distopico e digitale che oltre agli artisti abruzzesi vede anche la partecipazione del violinista Danilo Florio e la preziosa collaborazione di Paolo Benvegnù.

"Questo brano nasce dalla decadenza e dalla solitudine a cui la pandemia ci ha costretti. Nel tempo peggiore che sembra non avere ancora una fine, che anzi si rinnova in tal senso, abbiamo assistito ad una spietata quanto oscena dimostrazione della stupidità che ognuno di noi ha saputo mettere in campo e, allo stesso tempo, è stato costretto a combattere per la mera sopravvivenza. L'omologazione e la sufficienza in ogni ordine e grado sembrano una facile ancora di salvezza per quel famoso tirare a campare. Molto di tutto questo l'abbiamo ritrovato nel prezioso disco “Dell'odio dell'innocenza” di Paolo Benvegnù e dunque ci sembrava inevitabile coinvolgerlo. A lui la nostra gratitudine per il tempo e lo spazio che ci ha letteralmente regalato. Tracce di umanità alta, cooperante e in mutua condivisione ancora esistono..." (N.o.D.o.)

IL VIDEO UFFICIALE di “Infinite Jest”

Una clip altrettanto concettuale dentro cui i protagonisti, persone del quotidiano, vivono nell'alienazione, nelle abitudini, nella lentissima morte della propria felicità... sfuggire da essa oggi è possibile con la liquidità di un click ed è questo quello che accade a tutti loro. Abbandonano la realtà per voler apparire nella “televisione”, emblema dell'esposizione mediatica di cui oggi siamo letteralmente schiavi. Come nel romanzo di Wallace anche qui si è scelto un mezzo "antico" come una televisione a tubo catodico. Come nel romanzo di Wallace, anche il video (in chiusura) inneggia alla dipendenza (anche fisica) che ormai abbiamo di questi mezzi che a tutti gli effetti non solo sostituiscono la realtà, ma in definitiva rappresentano la vera nuova realtà senza la quale siamo letteralmente perduti. Esageriamo? Pensiate sia possibile concepire un solo giorno senza internet e cellulari? Noi non lo crediamo affatto... vince il capitalismo e la sua sorveglianza a cui affidiamo il nostro tempo e la nostra totale attenzione.

N.o.D.o. - il nome
È un acronimo di Nobody Outer Dervish Over: quattro parole che a loro modo significano altro, l'altrove, rappresentano cioè un'alternativa al consueto percorso categorizzato e catalogato di questa società. Quanto meno sono parole che nella loro dimensione visionaria instillano la curiosità e la ricerca in una direzione simile. Almeno lo speriamo...

Anche per questa ragione il progetto non ha profili social. L'esistenza per noi è a prescindere...

 

Inoltre "Il Nodo" è l'ultimo romanzo di Pieralberto Valli pubblicato da Gagarin, romanzo distopico anch'esso: il nodo diviene centro nevralgico da cui parte una nuova vita o forse è quel punto a cui approdare e dove lasciar morire una vecchia costrizione.

“INFINITE JEST”

feat. Paolo Benvegnù

 

TESTO

​

Dimmi che vedi in questo tempo freddo

e in questa gente che ovunque si assomiglia

e sulla terra coltivata a ferro

e dentro il fuoco acceso sulla paglia

 

Rivoglio il senso alla libertà e al silenzio

parole strane e frasi d’indecenza

che questo è il tempo della povera ricchezza

e ovunque indifferenza

 

E non vi basterà neanche l’anima

E non vi basterà...

 

Ho visto pietre nella bocca dei guardiani

e fili d’erba piegarsi contro il vento

e quanti schiavi per la luce dritta in faccia

ignorando l’ombra che marcisce sul cemento

 

Rivoglio indietro il dono della differenza

pensieri strani e sogni d’indecenza

che questo è il tempo della stupida bellezza

e ovunque d’apparenza

 

Rivoglio indietro il dono delle lunghe attese

danze pagane e riti di disobbedienza

che questo è il tempo delle bandiere appese

o ovunque d’abbondanza

 

E non vi basterà neanche l’anima

E non vi basterà neanche l’anima

E non vi basterà...

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